Sfogliando questa mattina un giornale free-press mi sono imbattuta in due pubblicità sociali. Entrambe, anche se in modo diverso e per finalità diverse, trattavano come tema la Raccolta Differenziata.
È questo senz'altro un argomento oggi molto sentito dal cittadino, vuoi perché se ne parla a livello globale e siamo diventati tutti più sensibili verso tale questione; vuoi perché nessuno di noi vorrebbe vivere in una città come la Napoli di pochi mesi orsono; vuoi perché la malefica TARSU ci pesa sulle spalle.
Due pubblicità sociali sul tema della raccolta differenziata |
È questo senz'altro un argomento oggi molto sentito dal cittadino, vuoi perché se ne parla a livello globale e siamo diventati tutti più sensibili verso tale questione; vuoi perché nessuno di noi vorrebbe vivere in una città come la Napoli di pochi mesi orsono; vuoi perché la malefica TARSU ci pesa sulle spalle.
La Comunicazione Sociale
La Comunicazione Sociale è una forma di comunicazione che ha come scopo quello di condurre il cittadino ad assumere determinati comportamenti informandolo sui temi di interesse e utilità collettivi. Spesso sono le Onlus e le Amministrazioni Pubbliche a sensibilizzare l'opinione pubblica su tematiche sociali molto sentite (razzismo, alcolismo, droga, AIDS, sclerosi multipla, etc..).
L'obiettivo è invitare la cittadinanza a modificare i comportamenti e gli atteggiamenti: essa, la pubblicità sociale con il suo messaggio, propone al destinatario di allontanarsi da un comportamento o atteggiamento indesiderato e di adottarne invece di positivi, promettendo più o meno in maniera implicita non solo una conduzione migliore per lui, ma anche per la collettività nel suo complesso, che sarà retribuita dall'approvazione sociale.
Negli ultimi anni si è assistito ad un proliferare di comunicazioni sociali perché sono aumentati i soggetti che la promuovono. Il moltiplicarsi di tali messaggi e la continua ripetizione e amplificazione di essi alla lunga rischiano però di portare all'assuefazione e alla banalizzazione del messaggio, rendendo il discorso sociale meno coinvolgente.
Inoltre, e forse questo è il caso nostro, qualunque organizzazione che si pone una finalità sociale, prima di definire gli obiettivi dell'azione, deve ascoltare i soggetti ai quali intende rivolgersi e deve verificare che ci siano le premesse giuste per modificare il comportamento richiesto e ridurre così al minimo i rischi d'insuccesso.
Dico "al caso nostro" perché guardando la pubblicità del Comune di Roma, che invita a tenere pulita la città facendo la raccolta differenziata, mi pare che manchi un tassello; della serie: "vuoi che faccia la raccolta differenziata? ok, ma dimmi chiaramente come la devo fare, COMUNICAMELO con tutti i mezzi che hai a disposizione in modo che io cittadino abbia sempre meno attenuanti nel non rispettare le regole". Ossia manca una forte dose di comunicazione sociale da parte dell'azienda che si occupa di Raccolta Differenziata. Ossia l'A.M.A. Eh sì, perché il cittadino, soprattuto quello romano da qualche anno è stato "invitato" a portare avanti la raccolta differenziata ma non è stato certo aiutato con la comunicazione nel comprendere pienamente cosa gettare nei contenitori dedicati.
Si fa presto a dire contenitore della carta, della plastica e della indifferenziata, ma poi nella vita di tutti i giorni ci s'imbatte in dubbi amletici... il piatto di plastica lo butto nel contenitore della plastica? e lo scontrino fiscale lo getto nel contenitore della carta? Per entrambe la risposta è NO (l'uno perché non è un contenitore [e qui invito a leggere questo interessante articolo: "Ecco perché non si riciclano i piatti di plastica" ], l'altro perché è stampato su carta chimica.
Si potrebbe pensare "poco male, anche se lo getto nel contenitore plastica/carta non succede poi molto"... Sinceramente non so, ma se si va a leggere sul sito dell'AMA il materiale informativo (che per trovarlo serve la bussola... per chi fosse interessato, alla fine della pagina "Raccolta differenziata" c'è il link "Materiali utili" dove è possibile scaricare il libretto con molti esempi di cosa gettare nei vari cassonetti, il "volantone" che riassume la specificità di ogni cassonetto e altri materiali "promozionali") si scopre, leggendo il "volantone", che se compi un'azione del genere rischi di rendere non più riciclabile l'intero contenuto del cassonetto(!). La qualcosa in verità mi è stata recentemente confermata da un'addetta dell'A.M.A. dicendomi che il cassonetto della carta vicino al nostro studio un giorno non era stato svuotato perché qualcuno ci aveva gettato della plastica "inquinandolo" e quindi sarebbe dovuta giungere una squadra addetta alla pulizia. Il tutto comportando un notevole aumento di costi, di sprechi e di disservizio.
Non sarebbe quindi il caso di una comunicazione al cittadino rispetto a questi rischi? Scrivere, nemmeno troppo in evidenza, cosa non buttare forse non è sufficiente. Se sapessi che arreco un bel danno alla catena del processo di differenziata, sarei più accorta nel rispettare le regole? Forse sì...
Realizzare una campagna di affissione con esempi di cosa o non cosa gettare nei vari cassonetti, penso che possa essere utile a tutta la comunità. Ormai all'A.M.A. si devono essere fatti anche un'idea degli errori che il cittadino compie più spesso. Potrebbe essere un modo per aggiustare il tiro, o no??
Ben venga quindi la campagna del comune di Roma, ma ci auguriamo che presto venga affiancata anche da una campagna dell'A.M.A.
Si fa presto a dire contenitore della carta, della plastica e della indifferenziata, ma poi nella vita di tutti i giorni ci s'imbatte in dubbi amletici... il piatto di plastica lo butto nel contenitore della plastica? e lo scontrino fiscale lo getto nel contenitore della carta? Per entrambe la risposta è NO (l'uno perché non è un contenitore [e qui invito a leggere questo interessante articolo: "Ecco perché non si riciclano i piatti di plastica" ], l'altro perché è stampato su carta chimica.
Si potrebbe pensare "poco male, anche se lo getto nel contenitore plastica/carta non succede poi molto"... Sinceramente non so, ma se si va a leggere sul sito dell'AMA il materiale informativo (che per trovarlo serve la bussola... per chi fosse interessato, alla fine della pagina "Raccolta differenziata" c'è il link "Materiali utili" dove è possibile scaricare il libretto con molti esempi di cosa gettare nei vari cassonetti, il "volantone" che riassume la specificità di ogni cassonetto e altri materiali "promozionali") si scopre, leggendo il "volantone", che se compi un'azione del genere rischi di rendere non più riciclabile l'intero contenuto del cassonetto(!). La qualcosa in verità mi è stata recentemente confermata da un'addetta dell'A.M.A. dicendomi che il cassonetto della carta vicino al nostro studio un giorno non era stato svuotato perché qualcuno ci aveva gettato della plastica "inquinandolo" e quindi sarebbe dovuta giungere una squadra addetta alla pulizia. Il tutto comportando un notevole aumento di costi, di sprechi e di disservizio.
Non sarebbe quindi il caso di una comunicazione al cittadino rispetto a questi rischi? Scrivere, nemmeno troppo in evidenza, cosa non buttare forse non è sufficiente. Se sapessi che arreco un bel danno alla catena del processo di differenziata, sarei più accorta nel rispettare le regole? Forse sì...
Realizzare una campagna di affissione con esempi di cosa o non cosa gettare nei vari cassonetti, penso che possa essere utile a tutta la comunità. Ormai all'A.M.A. si devono essere fatti anche un'idea degli errori che il cittadino compie più spesso. Potrebbe essere un modo per aggiustare il tiro, o no??
Ben venga quindi la campagna del comune di Roma, ma ci auguriamo che presto venga affiancata anche da una campagna dell'A.M.A.
Scritto da: Livia Ruggeri
consulente di comunicazione, grafica e web designer