Chi sia Bob Noorda, per chi si occupa di grafica e comunicazione visiva, è ben noto. Per chi invece si occupa di altro riassumo brevemente il suo profilo.
Boob Noorda (1927-2010) è considerato un maestro indiscusso della grafica italiana. Nato ad Amsterdam negli anni 50 si trasferì a Milano e qui ha operato come designer per le più importanti aziende locali e nazionali realizzando tantissimi marchi e loghi ancora oggi famosi e ancora oggi esistenti.
Qualche esempio?
Marchio Enel di Bob Noorda |
Altri marchi realizzati da Bob Noorda |
È lui ad aver disegnato il marchio e l’immagine coordinata della
Feltrinelli. È suo il marchio Mondadori, dell’Enel, della Regione Lombardia,
del Touring Club, per citare solo qualche progetto. E ancora suo l’intero
sistema visivo della Coop e il restyling di quello dell’Agip con immagine coordinata al seguito.
Ed è suo il marchio della Metropolitana. La famosa M
Ed è proprio di lei che oggi vi voglio raccontare.
Perché il marchio che tutti oggi conosciamo non è il marchio che il grande Noorda presentò come prima proposta alla commissione deputata alla scelta della proposta grafica...
Siamo nel 1964 e a Bob Noorda venne richiesto di progettare sia il logo che la segnaletica della metropolitana milanese (la linea M1 verrà inaugurata proprio quell'anno).
Il progetto risultò subito interessante al designer perché la metropolitana era tutta in cemento ma non aveva alcun segno. Era stato studiato il flusso dei passeggeri ma mancava ogni sorta di indicazione. Ciò permise a Noorda e all'architetto Albini che lo aveva chiamato per questo progetto, di studiare una segnaletica che diventerà rivoluzionaria e che sarà applicata anche in altre metropolitane (come New York e San Paolo curate dallo stesso Noorda): si tratta della fascia continua colorata con indicate i nomi delle stazioni (Noorda introdurrà una novità che oggi risulta quasi banale: la ripetizione del nome della stazione sulla fascia ogni 5 metri per permettere a chi è sul treno in movimento di vedere dove è arrivato).
Per tale progetto Noorda ideò, ispirandosi all'Helvetica, anche il carattere da utilizzarsi per la segnaletica.
Per tale progetto Noorda ideò, ispirandosi all'Helvetica, anche il carattere da utilizzarsi per la segnaletica.
Bob Noorda fotografato all'interno della Metropolitana di Milano |
Segnaletica della Metropolitana di Milano progettata da Bob Noorda |
Per quanto riguardava il marchio Noorda realizzò una proposta che era assolutamente in linea con tutto il sistema:
Prima proposta di marchio di Bob Noorda per la Metropolitana di Milano |
Due "MM" bianche su fondo rosso - sopra e sotto - ad indicare la Milano città e la Milano metropolitana, con il segno delle lettere che voleva richiamare il corrimano delle stazioni della linea M1.
Questa proposta, come ricorda in un racconto di qualche anno fa lo stesso Noorda, "era piaciuta a tutti tranne che al presidente che lo aveva portato in consiglio di amministrazione, mettendolo ai voti dopo aver dichiarato che a lui non piaceva: naturalmente tutti i consiglieri hanno votato come lui".
La proposta alternativa fu il marchio con le due M affiancate (ma così, anche se restava l'acronimo di Metropolitana Milanese, perdeva tutto il significato che Noorda aveva saputo trasmettere nella prima versione), che poi, a seguito di un restyling, eseguito dallo stesso Noorda divenne una sola. Quella che conosciamo oggi.
Una foto del 1966: l'insegna della metropolitana è con 2 M |
marchio e simbolo della metropolitana di Milano, adottato anche a Roma e a Napoli |
Il marchio che conosciamo oggi è sicuramente figlio di Noorda: semplice, forte, d'impatto. Ma il suo significato è nulla rispetto a quello della prima versione...
Nota a margine: spesso e purtroppo chi si occupa di realizzare i restyling non tiene conto dello studio e della progettualità che hanno caratterizzato certi lavori. Vi invito a leggere questo articolo di qualche anno fa tratto dal blog "Gio Fuga Type".
Scritto da: Livia Ruggeri
consulente di comunicazione, grafica e web designer
Fonti: Corrieredellasera.it, blog Gio Fuga Type, Graficamente n. 6 e 71
Fonti: Corrieredellasera.it, blog Gio Fuga Type, Graficamente n. 6 e 71